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Facciamo il punto sulla TARI

Nel mese di settembre il Comune ha provveduto ad inviare a tutte le cittadine e tutti i cittadini le bollette della TARI 2025. Il 30 settembre, è decorsa la scadenza di pagamento della prima rata. Visto il grande dibattito che questa...
Data:

1 ottobre 2025

Tempo di lettura:

5 min

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Nel mese di settembre il Comune ha provveduto ad inviare a tutte le cittadine e tutti i cittadini le bollette della TARI 2025. Il 30 settembre, è decorsa la scadenza di pagamento della prima rata. Visto il grande dibattito che questa bollettazione ha suscitato, ci sembra opportuno ribadire il quadro normativo entro il quale si inserisce questa tariffa, come viene calcolata e che ricadute ha su tutti noi a livello di costi.

Innanzitutto, è bene ricordare come la normativa nazionale preveda che la tassa dei rifiuti debba essere pagata al 100% dai cittadini, senza che i Comuni possano mettere risorse proprie per calmierare il quadro economico.

All’interno di questa cornice, fino a pochi anni fa la quantificazione dei costi del servizio di raccolta era una attività sulla quale sia il Comune, sia ACSEL, la nostra società pubblica che si occupa di raccolta e smaltimento, potevano trovare delle soluzioni molto puntuali con delle evidenti ricadute economiche. Un esempio concreto riguarda il periodo 2014-2019, quando l’amministrazione comunale di allora attuò una serie di cambiamenti del servizio di raccolta (diminuzione della frequenza di raccolta di alcune filiere, o in alcune zone del paese, introduzione della differenziata al mercato settimanale, miglioramento dell’ecocentro) che contribuirono a portare il PEF (Piano Economico Finanziario) che viene utilizzato per calcolare le bollette da 652.000 euro circa a 575.000 euro circa, senza intaccare la percentuale di differenziata.

Come già comunicato in passato, dal 2020 questo sistema è mutato a causa dell’introduzione del metodo ARERA (Autorità di Regolamentazione per Energia, Reti e Ambiente) che va a prescrivere, nel dettaglio, la prassi per stabilire le tariffe. Il previsionale di spesa prodotto da ACSEL comprende i costi di raccolta e di smaltimento, i costi dello spazzamento delle strade, della nettezza urbana, della pulizia del mercato settimanale, dei vari interventi di ritiro ingombranti, del numero verde, della gestione degli ecocentri consortili, della manutenzione/sostituzione dei cassonetti e della manutenzione alle isole ecologiche. Ai costi di ACSEL il Comune deve, per legge, aggiungere i propri costi relativi al personale nella misura in cui si occupa della gestione della tassa rifiuti, costi di bollettazione, implementazione delle anagrafiche, aggiornamenti tecnici dovuti ai cambiamenti normativi e altri servizi. Questi costi vengono elaborati da ARERA, verificando che i parametri imposti ai Comuni siano rispettati. ARERA, in questi ultimi anni, ha stabilito un progressivo aumento delle tariffe per compensare due fattori: da un lato le maggiori spese sostenute dalle società di raccolta durante la pandemia, dall’altro lato l’aumento dell’inflazione.

Quest’anno il governo Meloni ha inoltre introdotto un bonus sociale sulla TARI
, che ha l’obiettivo di agevolare le fasce deboli della popolazione. Questo bonus, contrariamente a quanto succede per le agevolazioni previste dal Comune di Condove, non viene finanziato dalla fiscalità generale, bensì da una quota fissa di 6 euro per ogni bolletta. Una cifra che si va ad aggiungere all’1 euro già presente per coprire dei costi del recupero dei rifiuti in mare e i 60 centesimi per la copertura degli sgravi fiscali dovuti ai territori vittime di eventi calamitosi.

Per Condove questo ha significato un aumento progressivo dei costi. Dai 588.937,00 euro del 2021 ai 710.490,00 euro di quest’anno. Costi che vengono suddivisi per il numero di utenze, cioè di bollette da emettere: 2.983 domestiche e 219 non domestiche.
Ecco, questo è un passaggio importante perché fa capire come al Comune non rimane nulla: come sempre, il ricavato della TARI è totalmente utilizzato per il pagamento della tariffa.

Anche se gli stessi aumenti si sono verificati in molti dei Comuni vicini a noi, simili per numero di abitanti e servizi offerti (non per estensione territoriale), è bene dire che raccogliere i rifiuti ogni settimana a 1500 metri, in primavera ed estate, o spazzare settimanalmente un mercato, o gestire un ecocentro, ha un costo. Paragonare PEF diversi, di paesi diversi, con servizi diversi, ha poco significato.

Ma come mai quest’anno l’aumento è stato così “evidente”, mentre gli altri anni no? Per due motivi. 1) Fino all’anno scorso il Comune poteva utilizzare un fondo straordinario riconosciuto durante il Covid, appositamente creato per i costi della TARI. Una misura straordinaria, che abbiamo utilizzato dal 2020 al 2023 per finanziare le agevolazioni delle fasce ISEE e che l’anno scorso abbiamo utilizzato per abbassare i costi. Questo perché il Governo ci ha comunicato che se non avessimo utilizzato tutto il fondo avanzato entro il 2024, avremmo dovuto restituirlo. Per evitare di perdere queste risorse (23.200,00 euro), e sfruttando il fatto che la normativa di questi fondi Covid dava maggiori libertà ai Comuni, abbiamo deciso di usarlo tutto per abbassare il PEF 2024. Concretamente, come riferito nella delibera n: 12/2024, il costo della TARI 2024 era di 685.196,00 euro, ma le bollette sono state calcolate su un ammontare di 658.196,00 euro. Quest’anno, non avendo più quel tipo di bonus, l’aumento contabile è stato di 25.000 euro circa, mentre quello reale è stato di oltre 52.000 euro. 2) A questa cifra, che corrisponde a circa l’8,5% di aumento, vanno aggiunti i 6 euro a bolletta voluti dal Governo Meloni, di cui abbiamo spiegato la ratio in precedenza.

In questa cornice, preme sottolineare un dato importante ma spesso poco pubblicizzato. Nel 2024 il nostro Comune ha raggiunto l’obiettivo della regione Piemonte del 71% di raccolta differenziata, senza computare l’autocompostaggio. Nel 2023, ultimo anno con il dato complessivo, la percentuale di differenziata si è attestata al 73%. Un dato che anticipa di due anni il raggiungimento del 70% entro il 2025 voluto dalla nuova legge regionale sui rifiuti, e ci avvicina al target del 75% da raggiungere entro il 2030, pena sanzioni economiche a carico dei Comuni. Questo dato percentuale si riverbera sulla bolletta in quanto i ricavi dovuti dalla qualità della nostra differenziata ammontano a 45.000 euro. Una cifra di tutto rispetto, figlia di un sistema di raccolta capillare ed efficiente, ma soprattutto figlio delle capacità di noi condovesi nel fare una ottima differenziata.

Comprendendo la complessità della tematica, e scusandoci se le comunicazioni passate non sono state così articolate, cosa che evidentemente ha generato smarrimento e confusione, invitiamo tutte le cittadine e i cittadini a rivolgersi agli uffici comunali per qualsiasi dubbio sulla composizione della propria tariffa. L’impegno che ci prendiamo come amministrazione comunale è quello di organizzare a stretto giro una serata pubblica su questi temi, in modo che si possa entrare ancora meglio nei dettagli di un argomento che non riguarda solo le nostre tasche, ma anche la qualità del nostro ambiente e del nostro vivere.

Grazie per l’attenzione.

Condove, 1° ottobre 2025

L’amministrazione comunale


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Ultimo aggiornamento pagina: 29/09/2025 15:44:18

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